Era da tanto tempo che volevo provare a fare il 'pizziato' palermitano, perché è - o meglio era il pane preferito da mio marito, prima di diventare celiaco e quindi prima di dire addio a questa tipologia di pane locale (a Palermo è molto apprezzato) che non si trova in nessun panificio glutenfree. Il 'pizziato' è a base di farina 00 bianca e raffinatissima, è stretto e lungo e dalla crosta croccantissima, tutta tagliata e sporgente, ma con la mollica soffice soffice. L'ho riprodotto, fiduciosa nella nuova miscela per la presenza principale del frumento deglutinato. Domani lo rifarò con la Farmo, per vedere se ci sono differenze.
Non sono riuscita a trovare la ricetta originale del 'pizziato' (sembra un'impresa impossibile), così ho agito per istinto. Non è un pane complesso, non ci va nulla se non farina, acqua e olio... per la forma poi ho sudato un pochino, avevo paura di rovinare la lievitazione che era già perfetta... la prossima volta sarò più decisa e lo farò ancora più lungo e sottile, come dev'essere. Però penso di essere riuscita nell'intento: il sapore è proprio quello, fa crock quando l'assaggi, ma dentro è una nuvola, non è umida né asciutta, dalle foto si vede, non c'è acqua in più, non luccica!
E' buono buono, sembra proprio lui, il pizziato, bianchissimo dentro e spigoloso fuori, e con tutto il sapore della farina bianca raffinata (poi è questione di gusti, io ad esempio ho sempre preferito il rimacino - ossia una farina poco raffinata e più pesante, da brava palermitana! Ma mio marito no, e quindi evviva il 'pizziato'!).
Ingredienti per 4 pizziati da 175 g circa ciascuno (cotti)
500 g di miscela per pane, pizza, focaccia, brioches senza
glutine RoyalFibra (marca Royaline Sicilia)
400 g acqua
8 g sale
3 cucchiai colmi di olio evo
5 g lievito di birra secco senza glutine
1 bustina di zucchero di canna
Procedimento
Porre il lievito nella ciotola dell’impastatrice assieme
allo zucchero e a circa metà dell’acqua, intiepidita. Coprire con dei panni e
aspettare che si formi una schiumetta. Azionare il braccio impastatore e
aggiungere un cucchiaio alla volta la farina, fermandosi quando l’acqua è stata
tutta assorbita (circa a metà farina). Unire quindi l’altra acqua, nella quale avrete
sciolto il sale, e riazionare il braccio, inserendo un cucchiaio alla volta la
restante farina e l’olio. Impastare per almeno 5 minuti, aumentando un poco la
velocità. Quasi quasi l’impasto si dovrà incordare, come un glutinoso, anche se
rimarrà sempre molliccio.
A questo punto ungetevi le mani e dividetelo a metà
(aiutandovi con una spatola in silicone unta), riponetelo dentro due
contenitori in plastica unti d’olio evo (quelli grandi del gelato confezionato
vanno benissimo), copriteli con carta pellicola e poneteli dentro il forno
spento con le lucine accese e un pentolino d’acqua bollente, messo sotto,
coperto con un piattino (per evitare che dentro il forno si accumuli troppo
vapore). Prima però portate il forno a 50° statico e appena raggiunge la
temperatura spegnete, infilateci dentro il pentolino e dopo cinque minuti
potete metterci dentro il pane a lievitare.
Dopo un’ora (più o meno) il volume sarà più che raddoppiato
(guardate la foto sotto).
Allora tiratelo fuori dal forno, rovesciatelo su carta da forno
infarinata (farina di mais), tagliate ogni pagnotta a metà (con un coltello
unto spesso con olio evo) con delicatezza e con delicatezza allungate ogni
singola metà sino a raggiungere la lunghezza della teglia (io la prossima volta
li farò più lunghetti). Riponeteli dentro la teglia del forno, sopra della carta
da forno infarinata, separandoli con la stessa carta ripiegata. Stando uniti si
terranno su, evitando di gonfiare ai lati. Praticate dei tagli incrociati e
profondi con un coltello affilatissimo unto d’olio evo, poi coprite con carta
da forno e diversi panni puliti, e ponete a lievitare per un’altra oretta
circa, in luogo tiepido e (possibilmente) umido.
(Potete anche metterli dentro il forno, ma quello vi
servirà vuoto, perché dovrete accenderlo mezz’ora prima e portarlo a 250°, in
modalità statica, mettendo una leccarda rovesciata - io ne ho due - sulla base
del forno oppure la pietra refrattaria sull’ultimo ripiano. Ponete al centro
del forno un pentolino d’acciaio - senza manico di plastica mi raccomando -
parzialmente coperto - con un poco d’acqua. Terrà umido l’ambiente. Lasciatelo
anche durante i primi 15 minuti di cottura. Quando aprirete il forno però state
attenti perché uscirà del vapore).
Infornate quindi per 15 minuti sopra la leccarda (o sulla
pietra), con tutta la teglia e la carta.
Pizziati al forno. Sopra, sulla griglia, ho lasciato un tegamino d'acciaio con coperchio forato e un po' d'acqua bollente |
Poi passate la teglia stessa (con il pane e la carta) al centro
del forno e cambiate la modalità in ventilato, abbassando la temperatura a
200°. Dopo un po’, se colorisce troppo, coprite con un foglio di alluminio.
Cuocetelo per altri 15/18 minuti circa (io 18), spegnete, togliete la carta e la teglia e lasciate raffreddare il pane per 5/10 minuti nel forno spento, ma aperto. Se vi sembra ancora morbido, continuate la cottura per 5 minuti.
il Pizziato, irresistibile con una acciuga piccante! |
L'indomani è ancora morbidissimo e non secco, e quasi quasi neanche gommoso (non più del glutinoso). Noi l'abbiamo mangiato a colazione, giusto qualche minuto fa... era perfetto! Poi una parte l'ho piastrata per 5 minuti, tagliandolo a metà per il verso lungo, ed era ancora migliore).
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