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lunedì 27 giugno 2016

ricetta Raviolo con Salmone e Zucchina alla Salvia mandorlata su crema di Borlotti


Questa del "Raviolo con Salmone e Zucchina alla Salvia mandorlata su crema di Borlotti" è una ricetta stagionale, estiva, fatta con ingredienti semplici e genuini: i fagioli borlotti freschi di cui il mercato è al momento generoso, la salvia esuberante (del mio orto), le prime zucchine genovesi e l'onnipresente mandorla della cucina siciliana ... e poi c'è lui, il salmone affumicato, l'ospite del Nord che non manca mai, quando si tratta di mangiar gustoso! 




Ricetta del Raviolo con Salmone e Zucchina alla Salvia mandorlata su crema di Borlotti

Ingredienti per 3 porzioni (3 grossi ravioli o 9 medi a mezzaluna)

Per la pasta fresca

100 g di Preparato per pasta fresca Senzaltro 
1 uovo intero
30 g acqua
farina di riso per tirare i fogli
½ albume d'uovo per spennellare le giunzioni

Per la farcitura interna al salmone e zucchine

1 piccola zucchina genovese
100 g di salmone affumicato
2 piccoli cipollotti scalogni
½ albume d’uovo
la punta di un cucchiaino di semini di cumino
noce moscata q.b.
pepe nero o peperoncino piccante q.b.
olio evo q.b.
sale

Per la salvia mandorlata

20 circa foglie di salvia fresca
4 foglie grosse di basilico
12 mandorle pelate
olio evo
sale
pepe nero

Per la crema di borlotti

Una cinquantina di borlotti freschi (a Palermo la classica ‘fagiola pasta’ che si trova al mercato in questi giorni)
1 piccolo cipollotto scalogno
1 foglia di alloro
1 rametto di rosmarino
olio evo q.b.
sale
pepe nero o peperoncino

Per la guarnizione del piatto

3 cucchiai rasi di burro
qualche foglia di salvia fresca
mandorle pelate a fettine sottili
pepe nero da grattugiare al momento

Procedimento
tempi totali previsti: 1 ora e 30 minuti più 10 minuti di cottura 

sabato 25 giugno 2016

Ricetta Pizza napoletana senza glutine in 5 minuti (al giorno) e senza impasto

con VIDEO RICETTA!!!
Questa della Pizza napoletana in 5 minuti (al giorno) e senza impasto in pratica è la stessa ricetta del pane artigianale in 5 minuti (al giorno) senza impasto, ma con piccolissime modifiche e meno lievito di birra... stasera noi ci facciamo le pizze!!! E che pizze!!! guardate qua ...








UNA PIZZA AL GIORNO PER 3 GIORNI DI SEGUITO SENZA FARE FATICA! OPPURE TRE PIZZE ASSIEME, O 2 PIZZE SUBITO E UNA PIZZA PANE L'INDOMANI ... INSOMMA, UNA RICETTA COMODISSIMA!
E Le fotografie parlano! Il bordo è bello gonfio e pieno di buchi, è soffice dentro, ma fuori è croccante! Il sapore della base è pieno, molto buono (rispetto alla mia versione di Pizza napoletana con 1 grammo di lievito, questa è meno delicata, per via della mancanza di lavorazione dell'impasto, ma risulta più rustica di sapore e più croccante. Provatela, mi ha convinto! quando non si ha molto tempo è una soluzione magnifica e con ottimi risultati). Rispetto alla ricetta del pane artigianale qua ho ridotto il lievito alla metà e ho aggiunto olio e zucchero nella pasta, che risulta più gustosa e più digeribile! 
PIZZA NAPOLETANA SENZA GLUTINE IN 5 MINUTI (AL GIORNO) E SENZA IMPASTO!
E di tutto questo ringrazio sempre l'ideatore della ricetta, sia del pane che della pizza, però col glutine: Vittorio di VivaLaFocaccia! Cliccate QUA per la sua ricetta, se non siete celiaci dovete rivolgervi assolutamente al suo meraviglioso Blog!






Ingredienti per 3 pizze


228 g di Mix per pane senza glutine Auchan (o in alternativa Nutrifree per pane)*
152 g di Mix per pane senza glutine Farmo Fibrepan (con frumento deglutinato, sostituibile con la Farmo Low Protein, per gli intolleranti al lattosio, o con la Royaline fibre per pane, o con la Revolution pane o con la Conad pane o ancora la Lidl pane)*
75 g di Mix Universale MixIt Schaer (o in alternativa marca Pedon per pane da 1/2 chilo, o ancora Biaglut da 1/2 chilo, per gli intolleranti al lattosio leggere prima se fra gli ingrediente esso è presente)*
380 g acqua
9 g sale
6 g lievito di birra fresco (o 2 secco)
1 cucchiaio olio evo


* Il mix di farine utilizzato in questa ricetta è quello suggerito nel Blog un Cuore di farina senza glutine, per impasti lievitati. La ricetta no, appartiene a Bimba Pimba. Una postilla in merito alle farine, perché in tanti spesso mi chiedono come sostituirle, e questo in realtà non è un buon punto di partenza, vi spiego il motivo: cambiando le farine indicate non si può mai garantire il risultato della ricetta perché, come ormai è ben noto, le farine che utilizziamo noi celiaci, sia che siano mix preparati industrialmente oppure fatti in casa con farine naturali, hanno un assorbimento di liquidi differente e soprattutto hanno una differente reazione alla lievitazione e all'agglomeramento. Quindi, se decidete di sostituirle, non è detto che otteniate lo stesso risultato. In fondo, leggendo con attenzione i consigli dello stesso Vittorio di VivaLaFocaccia, vi renderete conto che anche chi fa il pane col glutine, se utilizza una farina più o meno forte di quella indicata in ricetta (cioè più o meno ricca di glutine), ottiene risultati completamente diversi da quelli pubblicati. Per cui se volete lo stesso risultato dovrete utilizzare le stesse farine, oppure, in alternativa, sperimentare con le vostre. Potrebbe anche venir meglio, ma io non posso prevederlo. Potrebbero cambiare i liquidi e la tempistica di lievitazione. Se siete propensi alla sperimentazione fatelo, io non posso che applaudire a chi (come me! perché sappiate che io lo faccio sempre, ma non posso prendermela con la ricetta quando fallisco) preferisce sempre provare nuove strade!!!

Procedimento con VIDEO RICETTA (cliccate sotto per vedere)




venerdì 24 giugno 2016

nidi di melanzane e spaghetti al pesto di basilico e zucchine in concassé di pomodori




idee semplici e veloci per un menù ordinario, ma originale!

Dosi (per 2 persone)

1 melanzana lunga
120 g di spaghetti (io senza glutine) 
10 ciliegini di Pachino
1 tazza di pesto verde alla zucchina (basilico, mandorle, pinoli, 1/2 zucchina genovese bio, olio evo, sale, peperoncino, quantità variabili, secondo gusto)
Basilico, mandorle e pinoli per decorare 

Procedimento

giovedì 23 giugno 2016

FACCIAMO LA PIZZA! 1° corso di cucina su Facebook

FACCIAMO LA PIZZA! 1° CORSO DI CUCINA SU FACEBOOK

LA CUCINA DI BIMBA PIMBA, 16-17 giugno 2016
(altre date da stabilire, seguimi sulla mia pagina FACEBOOK)

Vi sembrerà una cosa semplice da raccontare e da vivere, ma non è così... volete sapere perché? perché la cosa meravigliosa e sconvolgente è riuscire a conciliare le esigenze e gli impegni lavorativi e familiari di 13 donne, me compresa, sparse in giro per l'Italia, di cui non conosci nulla e non sai nemmeno se si presenteranno all'appello! E invece, la sera prima, dopo cena, ecco che appaiono loro... armate di sacchi e sacchetti di farine (quelle che gli avevo consigliato giorni prima), ciotole, impastatrici, acqua lievito e olio extra vergine d'oliva, e un po' di sale! Per fare tutte quante assieme la mia PIZZA DELLA PIZZERIA con 1 g di lievito!






ve le presento, in ordine cronologico di grattacapo! ...

Anna Grazia Negro (Monteiasi, Taranto) è stata la prima a farmi preoccupare! Dopo aver fatto tutto per bene, la biga il giovedì sera e l'impasto dopo 18 ore, il venerdì pomeriggio, sul più bello, con il suo forno rovente perché già in funzione dalle 17:00 (si, perché oltre alla pizza aveva deciso di fare anche il mio "Pane senza impasto"), mi scrive che anticipa tutto perché deve correre al lavoro e che lascia il povero marito alle prese con le prime pizze della sua vita, già stese da lei (forse un po troppo, per ricavarne tre e soddisfare tre giovani palati!). E mentre chattava con me, istruiva il marito e saltava in macchina verso l'ufficio. Lui però ce l'ha fatta alla grande, sant'uomo! e le ha pure fotografate, su mia richiesta!
   
                                                       

Ermenegilda Seminara (Palermo), la mia concittadina, era entrata in angoscia per l'improvvisa influenza del suo bimbo più piccolo, che la costringeva a lavorare ad intervalli. Voleva gettare tutto via, ma fra un imprevisto (non descrivibile in questa sede!) e l'altro, è riuscita a dominare una biga esuberante (per via del caldo esagerato di quel giorno) e a condurre il suo impasto a buon termine!
                                                                

Carmen Lavado (Roma) che non azzeccava mai il post giusto e mi scriveva sempre in quelli vecchi ... e poi, quando se ne rendeva conto, correva affannata e riusciva a trovarci e a farmi avere sempre in tempo le sue foto
                                                              
Maria Fatatis (Lesa, Novara) che dalla scrivania dell'ufficio stava letteralmente impazzendo! Perché per lei, che doveva tornare a lavoro dopo pranzo, avevamo stabilito orari e modalità diverse, così da riuscire ad avere i suoi panetti pronti assieme ai nostri... nel primo pomeriggio i suoi panetti, preparati in anticipo, stavano già lievitando lentamente nel frigorifero e Maria, fra una cosa e l'altra, seguiva i nostri dialoghi frenetici... "voglio tornare a casa" ad un certo punto mi ha scritto che non ce la faceva più! E mentre io sorridevo, lei aveva già firmato per uscire in anticipo dal lavoro e correre dai suoi "bambini" infreddoliti! 


Elena Porzio!!! la dolcissima Elena non rispondeva al mio appello! Si, perché a Trieste finalmente era spuntato il sole e lei sul più bello (quando si dovevano fare i panetti) sparisce per un bel po'... Elena, dove sei? "Sono uscita a fare una passeggiata...", mi risponde appena legge le mie richieste disperate! E corre a fare i suoi panetti, con un impasto forse già troppo lievitato ma comunque ancora in salute! :) 



E poi c'era Tina Cannito che da Altamura (Bari) mi bersagliava di domande ma nel posto sbagliato! le faceva nei commenti precedenti e Facebook non mi dava mai le notifiche ... io che lo sapevo andavo alla ricerca delle sue richieste, facendo sali e scendi col mouse e aprendo tutte le freccette e ogni tanto trovavo una sua domandina, scritta da chissà quando ... Tinaaaa!!! Scrivimi sempre nuovi commenti!!! le ho scritto non so quante volte! lei mi rispondeva, si, ma nel commento precedente!!! Per un momento ho creduto di impazzire!!! E però anche senza le mie risposte andava avanti perfettamente!



Vito-Nunzia Rifino anche lei da Altamura (Bari) all'improvviso mi fa sapere che nel pomeriggio, dopo pranzo, "Devo uscire, ho la recita del bambino! Che faccio?" Ed io confusa " e tu ora ci pensi a dirmelo????" non mi ricordo nemmeno come ci siamo organizzate! Che stress! :)))) E poi, verso sera, sempre lei Vito-Nunzia che scrive: "sono tornata! la recita è durata più del previsto!!!" Io non sapevo a che punto fossero i suoi panetti e neanche se li avesse fatti, stavo perdendo il conto, le ho dato i consigli più saggi che mi sono venuti in mente ... ma so solo che, mentre seguivo le altre, lei è riuscita a raggiungere il gruppo!
Nel frattempo, verso le 20:00 del venerdì, Miriam Figliuolo da Reggio Emilia mi mandava le foto della sua prima pizza già in forno! Perfetta! Bordo gonfio, impasto ben steso! 



E poi Silvia Cortelli da Casalromano e Valeria Di Vita da Porto Torres e Carmen Lavado da Roma!!! Anche loro! Piovevano pizze! Le prime sei pizze stupende mi apparivano nello schermo del mio pc! 





Ero emozionatissima e felice, pensavo di essere a buon punto quando leggo una frase stonata, fuori tempo massimo: "il forno a che temperatura?" ... Secondo voi, chi poteva essere? No, dico io, vi rendete conto? A quell'ora ancora qualcuno doveva accendere il forno? L'avevo scritto mille volte, nella ricetta, nei post, nei commenti... ma lei, sempre lei, Vito-Nunzia! Lei ancora nemmeno l'aveva acceso!!! Volevo urlare, ma per fortuna Silvia Cortelli, già con la pancia piena, mi ha anticipato ed ha risposto prima di me: "a palla!" Quando ho letto la risposta-battuta di Silvia sono scoppiata e ridere e nello stesso tempo ho capito che la cosa stava funzionando sempre meglio... ci stavamo aiutando fra noi... il gruppo era nato, anche se nessuno forse ne era consapevole.
E mentre le prime pizzaiole soddisfatte sparivano, scrivendomi che stavano mangiando e bevendo una bella birra fresca, arrivavano finalmente le pizze della latitante curiosa, Tina, con le sue mille domande e la sua pizza meravigliosa!!! 



Cristina Aruta, la napoletana che vive a Torino e che non aveva mai fatto la pizza nemmeno col glutine, mi scriveva felice, dopo essersela mangiata...




... e Giorgio-Lena Topo, da Napoli, che in privato mi mandava le foto della sua pizza (si, perché lei per problemi personali aveva seguito tempi differenti, ma è riuscita lo stesso a fare la pizza con noi!)... 



... e poi, infine, ultima come sempre, la mia adorata Vito-Nunzia Rifino, che mi stampava due pizze speciali che mai mi sarei aspettata, viste le peripezie del suo pomeriggio da mamma super impegnata!!! 




Ragazze mie, signore mie... che soddisfazione! Anche io nel frattempo c'ero riuscita, mio marito mangiava la sua bella pizza (senza formaggio!) mentre io non riuscivo a mangiare per l'emozione! 
E' stata un'esperienza incredibile... ancora oggi, rileggendo i vostri commenti (alcuni dei quali mi erano sfuggiti, purtroppo) mi commuovo... Non ci conosciamo (chissà, forse, un giorno!), ma la settimana scorsa, per 24 ore, abbiamo vissuto le stesse emozioni nello stesso momento e, tutto questo, grazie ad un panetto! 


L'ITALIA IN UN PANETTO

ecco tutte le pizze del primo

CORSO DI CUCINA SENZA GLUTINE 
su Facebook

organizzato da 
LA CUCINA DI BIMBA PIMBA


 donne, cuoche, lavoratrici, appassionate di cucina e casalinghe,  
ciascuna da casa propria, indossano il grembiule e si armano di farine, acqua e lievito e provano insieme a fare una pizza, esattamente come quella della pizzeria... 

lunedì 20 giugno 2016

ricetta del Pane di Olga veloce e nuvoloso (ex Pane della domenica)




Questa è una ricetta per me molto importante... con lei ho imparato a fare il pane senza glutine... grazie ad Olga Botta, del Blog Un cuore di farina senza glutine, da cui è tratta la versione originale, che trovate QUA. L'ho fatta centinaia di volte, in formati di tutte le dimensioni, è dunque ipercollaudata, anche se ieri ho apportato ancora piccolissime variazioni che a mio avviso l'hanno migliorata. Se volete vedere come farne panini o piccole pagnotte da imbottire (cambiano solo i contenitori dove far lievitare l'impasto, per il resto fate come vi spiego oggi, in questa nuova soluzione) cliccate anche QUA

L'avevo chiamato il mio "Pane della domenica", ma non voglio che si pensi ad un'appropriazione indebita di ricetta né al plagio d'autore, quindi questo è il PANE DI OLGA VELOCE E NUVOLOSO e ricordo a tutti che la ricetta non è mia ma di Olga Botta, del Blog un cuore di farina senza glutine! Per quando all'ultimo momento avete voglia di un pane speciale, vaporoso, gonfio, soffice, buono! ... ma anche veloce da preparare 

Pronto in 2 ore (più cottura)

Ingredienti per 3 pagnotte

280 g Mix per pane senza glutine Auchan (o in alternativa Nutrifree Pane)
120 g Mix per pane e focaccia Farmo Fibrepan 
100 g MixIt Universale Schaer (sostituibile con il Mix per pane Pedon da 500 g, oppure con il Mix per pane Koilia da 500 g)
500 g acqua tiepida (30°C)
5 g lievito di birra in polvere (o 15 g fresco)
1 cucchiaino di miele
8 g sale
1 cucchiaio olio evo

(questo impasto è semplicissimo e veloce! Ha molti pregi ma è anche molto delicato perché è idratato al 100%. Tanta farina, tanta acqua. Se cambiate le farine indicate non è detto che la ricetta venga altrettanto bene, quindi io ve lo sconsiglio)

Procedimento

venerdì 17 giugno 2016

ricetta il Pasticcio di Susine di mia nonna

L'agenda di mia nonna Sarina, ricorderete, per me è il dono più prezioso che lei abbia mai potuto farmi avere, per quanto inconsapevolmente. Ogni tanto la sfoglio e ho messo tanti segnalibri, nelle ricette che più mi affascinano, soprattutto per la loro genuinità. L'altro giorno ne ho realizzata ancora una, dopo la TORTA PARADISO, anche questa molto antica e dimenticata, credo, oramai da tutti. E' un dolce semplice, casalingo, povero, cotto interamente a bagnomaria, molto lentamente ... è morbido e delicatissimo. Un 'Pasticcio', che va servito caldo o tiepido, ma avendolo provato posso asserire che freddo è anche più buono (questione di gusti). E come tutti i Pasticci, nasce probabilmente per riciclare senza troppi fronzoli, ma con tanto amore per la cucina, qualcosa che si aveva nascosto in fondo alla ghiacciaia, l'antico frigorifero. 
In questo caso, nel caso particolare di mia nonna, suppongo che di nascosto avesse proprio quelle susine che i suoi bambini rubavano, ogni estate, da un albero proibito. Il Susino delle sue vecchie zie, zitelle e molto severe ... ora vi racconto la storia del PASTICCIO DI SUSINE di mia nonna ...

IL PASTICCIO DI SUSINE DI NONNA SARINA

Con la chiusura delle scuole, Sarina faceva le valige e le caricava sul carretto, assieme ai suoi tre figli maschi. Lei preferiva aspettare il Tram che dalla Stazione Centrale l’avrebbe portata dall’altro lato della città, nella grande villa dove abitavano il vecchio padre e le di lui sorelle, Sisidda (versione dialettale palermitana del nome Rosaria) e Vicenzina (diminutivo di Vincenza). I suoi bambini erano felici di viaggiare appollaiati sui bagagli barcollanti del carretto anche perché, a trainare tutti quanti loro, c’era sempre un asino, ma col cappello!
Era stato stabilito da poco, per legge, che anche gli animali da soma avessero il diritto di non crepare sotto "il pico del sole" (in siciliano, il momento di maggior calura, in cui il sole è a mezzogiorno) e da quel momento in poi il primo carrettiere sprovvisto di una paglietta a tesa larga, con i buchi per le orecchie della sua povera bestia, si sarebbe beccato una bella multa. I primi asini col cappello strapparono sorrisi e ilarità a destra e a manca, soprattutto tra i ragazzi di strada della mia città.
Ogni estate dunque mia nonna si trasferiva in campagna, nella grande villa di famiglia dove credo che lei non avrebbe mai più rimesso piede, se non fosse stato per il bene dei suoi figli.
Era, ed è tutt’ora (anche se non appartiene più a noi), una casa meravigliosa, un’antica residenza nobiliare di metà Settecento, immersa nel verde (in ciò che è rimasto del verde) della Piana dei Colli di Palermo, un tempo piantumata ad agrumi, arance, limoni e mandarini, la nostra più florida economia sino alla metà del secolo scorso. È lì che io sono nata e quella è ancora la casa dei miei sogni.
Non sapevo però, da bambina, che nel ‘giardino di mio fratello’ (così chiamavo il fazzoletto di terra recintato e facilmente scavalcabile che papà, con mia somma invidia, aveva destinato ai giochi selvaggi del primogenito, con soldati, indiani e relativo accampamento, quelle cose da maschio che io preferivo decisamente alle bambole), non sapevo dunque che in quel giardino, ai miei occhi incantato, c’erano una volta solamente due alberi. Ma due alberi immensi. Un Gelso ed un Susino. E non sapevo che su quegli alberi, sul Gelso in particolar modo, mio padre e i suoi fratelli ci passavano giornate intere, saltando a torso nudo da un ramo all’altro e dal più alto tuffandosi nell’acqua gelida e tersa della vicina gebbia per l’irrigazione. Con i frutti più acerbi poi, la sera, mia nonna gli strofinava le macchie nere come l’inchiostro, lasciate sulla pelle da quei dolcissimi e succosi doni della natura.
I gelsi.
I gelsi però maturano in luglio e l’attesa per quei tre monelli era sin troppo lunga. Bisognava pur saziarsi per l’arsura con qualche altra delizia del creato e proprio là, accanto al Gelso, c’era lui. L’albero di Susino di Sisidda e Vicenzina. Quale migliore soddisfazione si sarebbero potuti prendere, se non facendo un piccolo e innocente sfregio a quelle arcigne zie ultra ottantenni, che comandavano a bacchetta chiunque in quella casa, anche e soprattutto la loro dolce mamma. E così, non appena giunti in villa, il loro primo pensiero era quello di correre al Susino, prima che le vecchie contassero uno per uno i frutti, destinati a diventare prugne secche per l’inverno e solo per il loro personale consumo. Non sempre erano mature, ma pur di scippargliele, anche acerbe, quelle sfere verdeggianti diventavano irresistibili. Le più dolci, però, si portavano sempre in omaggio alla mamma.
E mia nonna, dopo aver fatto finta d’essersi arrabbiata, le nascondeva bene al fresco per farne un dolce al fine settimana. Le vecchie in cucina non sapevano far nulla e non ci mettevano mai piede. Quello era il mondo della serva di casa e di mia nonna, quando tornava in villa. E in quei tre lunghi mesi estivi lei diventava la vera regina del focolare domestico.
Mio padre e mio zio, i figli di Sarina, non ricordano più cosa la loro mamma cucinasse allora, nè tanto meno se realmente quelle susine o prugne, che per davvero loro da ragazzini rubavano alle zie, finissero in un bel dolce o fossero invece restituite alle vecchiette, pur di calmare le loro ire. Io non voglio crederci. E penso che nemmeno lei, la mia dolce nonna, abbia resistito come me a provare quel semplice “Pasticcio di susine” riportato nella sua meravigliosa agenda il 24 giugno del 1951, proprio nei giorni del loro arrivo in villa. E poi, quale miglior ricetta se non un bel Pasticcio poteva servire per coprire un altro dolce pasticcio, quello in cui la mettevano continuamente i suoi bambini turbando a bella posta la quiete di quella triste combriccola di vecchi astiosi. 
È per questo che oggi l’ho provata. Ed anche io, come loro, come i figli di Sarina, pur di realizzare un mio sogno ora e subito ho afferrato di getto le prime susine che ho trovato e le ho nascoste in cucina, al fresco, destinandole al Pasticcio che mia nonna mi avrebbe potuto insegnare a preparare. E forse avrei dovuto comprarle più mature, forse avrei dovuto cercare quelle indicate in ricetta… ma quel vecchio albero che oggi non c'è più si è mostrato ai miei occhi all'improvviso ed io ho raccolto la sua frutta prima che il tempo, o la memoria, se la portasse via.

Oggi vi lascio dunque questa semplice ricetta, ancora un dolce che, penso, almeno una volta nella vita mia nonna avrà di certo preparato. Io l’ho fatto esattamente come dice l’agenda, adattando la frolla alle farine senza glutine. È venuto buono, almeno a me è piaciuto moltissimo, nonostante le mie susine fossero acerbe e sin troppo succose. Voi, se lo farete, dovrete scegliere frutta ben matura e asciutta. Per il resto, seguite le istruzioni dell’agenda di nonna Sarina… e assaporerete il gusto semplice e genuino di una volta.


PASTICCIO DI SUSINE (ricetta antica, fra parentesi le mie piccole variazioni)

Dosi (per 6 porzioni)

"150 g zucchero" 
(io di canna, e solo 75 g)
"1/2 kg susine Claudie" 
(io quelle che ho trovato!) 
"cannella" 
"noce moscata"
"garofano" 
(quest'ultimo io non l'ho messo)
"pasta frolla" 
"scorza di un limone" 
(io biologico)




La ricetta originale diceva così...

martedì 14 giugno 2016

ricetta Pane Artigianale Senza Glutine in 5 minuti Senza Impasto

CON VIDEO RICETTA!!!
Volete fare un Pane Artigianale Senza Glutine in 5 minuti senza impasto perché non avete l'impastatrice, oppure più semplicemente perché non avete il tempo? E poi, siccome siete ancora più esigenti, lo volete fresco ogni giorno, senza lavorare più di 5 minuti e soprattutto senza fare sforzi? E ovviamente deve essere buono? Perfetto! Questa ricetta del Pane Artigianale Senza Glutine in 5 minuti senza impasto fa senz'altro al caso vostro. L'ho rubata ancora una volta dal Blog di Vittorio, VivaLaFocaccia (cliccate QUA per l'originale glutinosa), sempre generoso di idee super facili e veloci ma, ahimè, glutinose... che io però, con calma, sto cercando di "sglutinare" sia per me che per tutti voi! 
ricetta Pane Artigianale Senza Glutine in 5 minuti senza impasto
Dovete credermi, provate a farlo, è una passeggiata! E il risultato è eccellente. Somiglia molto come consistenza e profumo al pane rustico... e arriva anche al giorno dopo senza sbriciolarsi e morbido, non dovrete scaldarlo per forza ... sempre se ci arriva!



Preparate questo 'non' impasto (dentro una ciotola) a mano e in 5 minuti, e poi lasciatelo riposare per almeno 24 ore. Per due giorni avrete il pane fresco appena sfornato senza fare altro se non tirarlo fuori dal frigorifero, farlo lievitare e cuocerlo!!! Perché il bello di questa ricetta sta nel poter decidere voi a che ora farvi il pane, senza timore di andare oltre con la lievitazione! Tornate a casa dal lavoro e dopo un'ora circa o poco più già potrete cuocere il vostro pane! 

ECCO COME FARE, TUTTO IN 2 MINUTI DI VIDEO!!!




PANE ARTIGIANALE SENZA GLUTINE IN 5 MINUTI SENZA IMPASTO

Ingredienti e dosi per 2 giorni, 2 pagnotte da 300-350 g circa (cotte)

228 g di Mix per pane senza glutine Auchan (o in alternativa Nutrifree per pane)*
152 g di Mix per pane senza glutine Farmo Fibrepan (con frumento deglutinato, sostituibile con la Farmo Low Protein, per gli intolleranti al lattosio)*
75 g di Mix Universale MixIt Schaer (o in alternativa marca Pedon per pane da 1/2 chilo, o ancora Biaglut da 1/2 chilo, questa però contiene lattosio)*
370 g acqua
9 g sale
12 g lievito di birra fresco (oppure 4 g secco, però in questo caso meglio farlo attivare prima di mettere gli altri ingredienti)

* il mix di miscele (scusate il pasticcio di parole) che uso io in questa ricetta è quello per pane e focacce di Olga Botta del Blog Un Cuore di Farina senza Glutine, tante volte ma mai abbastanza ringraziata per quello che mi ha insegnato con il suo blog e le sue spiegazioni. 
A proposito delle farine, dunque, scrivo questa postilla: perché in tanti spesso mi chiedono come sostituirle, e questo in realtà non è un buon punto di partenza, vi spiego il motivo: cambiando le farine indicate non si può mai garantire il risultato della ricetta perché, come ormai è ben noto, le farine che utilizziamo noi celiaci, sia che siano mix preparati industrialmente oppure fatti in casa con farine naturali, hanno un assorbimento di liquidi differente e soprattutto hanno una differente reazione alla lievitazione e all'agglomeramento. Quindi, se decidete di sostituirle, non è detto che otteniate lo stesso pane. In fondo, leggendo con attenzione i consigli dello stesso Vittorio di VivaLaFocaccia, vi renderete conto che anche chi fa il pane col glutine, se utilizza una farina più o meno forte di quella indicata in ricetta (cioè più o meno ricca di glutine), ottiene risultati completamente diversi da quelli pubblicati. 
Il pane non è tutto uguale, non è la forma esterna a conferire il gusto (quella appaga la vista, ma non il palato), ma la consistenza, l'alveolatura, la fragranza. Per cui se volete lo stesso risultato dovrete utilizzare le stesse farine, oppure, in alternativa, sperimentare con le vostre. Potrebbe anche venir meglio, ma io non posso prevederlo. Potrebbero cambiare i liquidi e la tempistica di lievitazione. Se siete propensi alla sperimentazione fatelo, io non posso che applaudire a chi (come me! perché sappiate che io lo faccio sempre, ma non posso prendermela con la ricetta quando fallisco) preferisce sempre provare nuove strade!!!

Procedimento con tutorial

domenica 12 giugno 2016

ricetta del Baccalà gratinato a beccafico

Questa ricetta del Baccalà gratinato a beccafico nasce da un incontro di tradizioni gastronomiche, ligure e siciliana. Si cuoce il pesce in padella, saltato con olio e aglio e sfumato col vino bianco, poi si finisce di gratinare come le sarde alla palermitana... semplicissimo e tanto saporito! 
Ecco la mia versione della ricetta del Baccalà gratinato a Beccafico!






Ingredienti per 4 porzioni

800 g di Baccalà già dissalato
1 dose di condimento per sarde a beccafico (cliccate QUA per la ricetta) a cui dovrete aggiungere un trito di menta fresca e erba cipollina (un cucchiaio grosso)
2 spicchi d'aglio
olio evo q.b.
1/2 bicchiere di vino bianco secco
sale
pepe nero in grani con macinino

Procedimento

domenica 5 giugno 2016

ricetta d'u pani c'a meusa! ... senza glutine

... perché io sono così, attratta dagli opposti! 
Innanzitutto ringrazio le migliaia di persone che ieri hanno letto la ricetta della Torta Paradiso di mia nonna Sarina ... dolcissime le vostre parole in commento ai miei ricordi, credo che mia nonna ieri sia stata con me, felice di essere ricordata per l'immensa passione che l'arte della cucina le sapeva trasmettere ... ma oggi, per non farvi pensare che io sia troppo sentimentale (scusami nonna se passo ad una ricetta 'vastasa' che non so nemmeno se ti sia mai piaciuta!) ecco che vi propongo di fare con me un giro per le stradine del centro storico palermitano e di fermarci ad assaporare uno dei nostri cibi di strada più conosciuti e urlati dai venditori ambulanti... 
U PANI C'A MEUSA!!! 
Dovete sapere che se un turista celiaco vuole assaggiare u pani c'a meusa, credo che possa solo sognarselo... ancora a me non è mai capitato di vederne in giro (se non forse in qualche lontana rosticceria fuori centro)... Nomino ed invito dunque: Francu u vastiddaru, l'Antica focacceria San Francesco e quella di Porta Carbone (tre storici e famosi meusari della mia città) a provvedersi di 'vastedde' morbide e gustose senza glutine per quei poveri avventori sglutinati che desiderano provare questa pietanza!  
Se potessi, vi inviterei tutti a casa mia, a provarne uno così... da fare invidia ai migliori meusari palermitani!!! 




Nel frattempo che i nostri vasteddari ormai messi alle strette da me!!! :)))) si organizzino per tutti, voi armatevi delle mie farine, comprate la milza e il polmone di vitello dal macellaio o al supermercato (da me la vendono già lessata in acqua salata, affettata sottilmente e pronta da friggere nello strutto. Nel vostro caso, dovrete farlo in casa) e procedete così....





I panini che vi farò fare oggi li ho già pubblicati, è una ricetta ipercollaudata di cui sono sicurissima. Potete impastare dopo pranzo e dopo poche ore (tre al massimo, specialmente in estate) avrete questi morbidi e profumatissimi panini pronti per l'uso (vanno bene anche per le panelle! chissà siate vegetariani). Ve la ripeto, anziché rimandarvi al link, per vostra comodità e velocità:

INGREDIENTI PER 8-9 PANINI o 'VASTEDDE' 


296 g Mix per pane senza glutine Auchan (o Nutrifree per pane)*
136 g Farmo Fibrepan per pane, pizza, focaccia (o Farmo Low Protein, o Royaline Fibre per pane, o Revolution pane, o Conad pane, o infine Lidl pane)*
68 g MixIt DS Schaer (o Pedon pane, o Biaglut pane)*
150 g acqua 
250 g latte intero
1 cucchiaio di zucchero di canna
2 cucchiaini di sale
3 cucchiai olio evo
5 g lievito secco (o 16 g di lievito di birra fresco)




Procedimento 

sabato 4 giugno 2016

la Torta Paradiso di mia nonna



la Torta Paradiso ... avete presente quando si sfiora col dito la schiuma? Sentite le micro bollicine che si rompono ad una ad una sotto la pressione minima della vostra mano, ma non vedete nessun buco, la schiuma apparentemente resta integra ... la Torta Paradiso di mia nonna è così! Ha la consistenza di una nuvola impalpabile, soffice e compatta allo stesso tempo. E non fa briciole... ecco, questa è la torta Paradiso di mia nonna Sarina, leggerissima perché senza grassi aggiunti (solo uova, zucchero e pochissima fecola...). La base ideale per qualsiasi torta! 

torta paradiso SENZA BURRO, SENZA OLIO, SENZA LATTE, SENZA LIEVITO

Ditemi che sono una sentimentale, ma io mia nonna non l’ho mai conosciuta e di lei mi restano pochissimi ricordi. So pochissimo, e quello che so di lei non lo scriverò certo qua,  non sarebbe giusto, me lo tengo nel cuore. E' il mio passato, la mia storia personale. Ma una cosa posso dirvela: tutti, ma proprio tutti coloro i quali l’hanno conosciuta dicono che mia nonna era una grande cuoca. La migliore.
Mia nonna Sarina amava moltissimo cucinare. Aveva un forno a legna con accanto i focolai in muratura, posti nel piano semi interrato di casa, dove ogni settimana cuoceva il pane con la semola di rimacino, quella pesante, che si usa in Sicilia. E faceva le pagnotte che, piuttosto serrate e umide, duravano per tanti giorni. Il classico pane antico, quello dei poveri. I suoi in effetti non erano tempi facili.
Mia nonna Sarina dunque era una brava cuoca. A Natale e per tutte le ricorrenze festive stava sette giorni in cucina, da sola, preparava tutto lei per decine e decine di persone che si riunivano per intere giornate nella villa della Piana dei Colli, a Palermo, dove mia nonna viveva con suo padre, le sue vecchie zie e i suoi piccoli bambini.
Purtroppo io non ho il piacere di conservare oggetti che le siano appartenuti, né tanto meno quelli fatti dalle sue mani che, a quanto pare, sapevano anche ricamare molto bene. Ho una bellissima fotografia (anzi, ho la scansione, non l’originale) dove mia nonna, timidissima e poco propensa a mettersi in mostra, si era lasciata fotografare accanto ad un lino bianchissimo. Un suo lavoro di cui evidentemente andava orgogliosa. Era ancora giovanissima, con i capelli scuri e folti, simili ai miei, e lunghissimi. Sciolti sulle spalle. Aveva una maglietta a righe, molto casual (cosa strana per il periodo). Erano gli anni ’20 e lei ancora doveva sposarsi e quella foto probabilmente faceva parte del suo corredo. Purtroppo tutte le sue cose (di nessun valore se non affettivo), quelle che stavano dentro il suo cassetto privato, le possiedono dei miei parenti dal cuore duro, che non hanno alcuna intenzione di restituirle ai veri e soli legittimi eredi. Mio padre e suo fratello, i figli di Sarina.
Io, di mia nonna ho solamente una pentola. Bellissima, per me. Un tegame molto grosso in alluminio con manico lungo. Vecchissimo. Questo tegame mi ha insegnato a cucinare, ho imparato guardando mio padre, altrettanto bravo quanto lei, e pensando a mia nonna e alle sue braccia forti con le quali, mi dicono, montava a neve decine di albumi per fare i dolci. Io invece oggi uso le fruste elettriche o la planetaria. Non ho la sua forza, lo so, ma ho lo stesso suo amore, anzi forse la sua passione per la cucina.
Nessuno sa dirmi cosa cucinava, quali erano le sue pietanze, i suoi piatti forti o preferiti. Per fortuna però possiedo un’agenda, del 1951. 
Era sua e stranamente è giunta sino a me. È un’agenda anonima, non bella, di quelle che l’Ina (Istituto nazionale assicurazioni) regalava una volta alle casalinghe per prendere appunti e leggere, giorno per giorno, le ricette suggerite, quelle più in voga ai tempi, assieme ai messaggi pubblicitari che iniziavano a martellare l’inconscio dei loro lettori. Ma mia nonna in quell'agenda non ci aveva scritto su nulla, se non una piccola lista della spesa e poi basta. Pagine bianche, pulite. L’ha conservata a lungo e intatta evidentemente perché ci teneva. Lei non aveva libri di ricette, non poteva permetterseli. Questo regalo dell’Ina era dunque molto prezioso. 
A dirvi la verità, io non so se mia nonna abbia mai fatto tutte quelle ricette o almeno una, questa è una mia fantasia, ma voglio crederci. Custodisco gelosamente l'agenda ormai da decenni e solamente oggi, per la prima volta, mi sono decisa a provare un dolce che avevo già adocchiato quando avevo 18 anni (ahimè tanti anni or sono), ma non una cucina tutta mia: la Torta Paradiso... che bel nome...
Oggi dunque ho sfogliato le pagine fragili e ingiallite di quell’agenda, sino ad arrivare al 28 giugno del 1951. Era giovedì e il menù del giorno prevedeva, come dolce, proprio lei, la TORTA PARADISO.
L’ho provata, finalmente, seguendo la ricetta scrupolosamente anche perché nasceva già senza glutine. Incredibile! Non ci avevo fatto caso prima, quando mi aveva attratto e non sapevo il perché. Forse mia nonna mi pensava. Sapeva che ne avrei avuto bisogno prima o poi, e me l’ha fatta notare sin dalla prima volta in cui, ancora non esposta a questi moti nostalgici (probabilmente dovuti all'età che avanza!), curiosavo a casaccio dentro la sua agenda.
Questa torta quindi, per me, è la torta di mia nonna Sarina, e nessuno potrà mai convincermi del contrario.
E, sappiatelo, non ha nulla a che vedere con la Torta Paradiso che va di moda oggi. Questo è un sapore più antico, come il Pan di Spagna. A cui peraltro somiglia in tutto, tranne che è molto, molto più soffice e leggera.
Vi lascio quindi la ricetta, con la fotografia dell’agenda di mia nonna. Aperta al 28 giugno, un giovedì di molti anni fa. Io della ricetta non ho cambiato assolutamente nulla, ho solo aggiunto la scorza grattugiata di mezzo limone e non avendo lo zucchero vanigliato (zucchero a velo) ho frullato lo zucchero normale sino a ridurlo in polvere e l’ho vanigliato con i semini di una bacca. Per il resto è già scritto tutto là, ed è chiarissimo. Leggendo anche voi dalla stessa pagina dell’agenda di mia nonna, in qualche modo, è come se lei fosse ancora qua, con me, per aiutarci a preparare questa meravigliosa semplicissima e leggera Torta Paradiso. Capirete, assaggiandola, così come è successo a me, quali erano i sapori genuini di una volta.

si scioglie in bocca... e non si sbriciola


TORTA PARADISO (ricetta antica, fra parentesi le mie piccole variazioni)

Dosi (per una base da 8 porzioni, da farcire o gustare così)

"5 uova"
"200 g di zucchero vanigliato" 
(o semplice zucchero a velo con i semini di una bacca di vaniglia)
"succo di limone" 
(più la scorza grattugiata di mezzo limone bio, mia aggiunta)
"100 g di fecola di patate"
 
l'agenda di nonna Sarina...
la ricetta diceva di fare così...

LE VIDEO RICETTE DI BIMBA PIMBA ... cliccate sul titolo che vi interessa

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