L’aspetto è simile allo 'zuccotto con spaghetti dal cuore
siculo' e, in effetti, l’idea è proprio quella. Basta cambiare la verdura, il
tipo di pasta (questa volta ho usato il riso) e il formaggio di base e il gioco è fatto.
Abbiamo un nuovo primo, bello, buono, altrettanto siciliano, impagabile!
Impagabile anche perché, se avete la fortuna che ho io di
trovare (io le ho piantate nel mio orticello) delle fave appena colte e
biologiche, il sapore sarà unico.
Ingredienti per due scrigni:
1 melanzana tunisina (tonda) grossa, 150 g di riso
arborio, 260 g di favette freschissime appena sbucciate (un chilo circa con tutti i
baccelli), un cipollotto scalogno, un mazzolino di finocchietto selvatico (se
disponibile, io lo tengo in freezer per concedermi questi sfizi), un cucchiaio
di Marsala, pangrattato (pochissimo), 15/20 mandorle
pelate più qualche mandorla affettata, olio evo, peperoncino piccante o pepe
nero. Per il ripieno: 130 g di tuma fresca (ma il formaggio si può evitare, se siete intolleranti al lattosio o vegani, io a mio marito non l'ho messo ed era buonissimo lo stesso!)
Tempo di preparazione: un’ora circa più venti minuti di
cottura
Procedimento
Tagliare la melanzana a fette di mezzo centimetro di
spessore, friggerle o arrostirle (io opto sempre per una via di mezzo, usando
pochissimo olio) e riporle su carta da cucina, salandole.
Nello stesso tempo, mentre cuocete la melanzana, tritate lo scalogno,
pesate il riso, sbucciate il chilo di fave (che dovrebbe darvi 260 g circa
di prodotto netto). Poi soffriggete lo scalogno in acqua e olio evo, fatelo
ammorbidire un pochino e quando si asciuga l’acqua unite il riso. Fatelo
dorare e tostare qualche secondo (un minutino o due), aggiungete un mestolo di
acqua bollente, amalgamate bene il tutto e unite infine le favette crude e il
finocchietto ben tritato. Girate, salate, pepate e cuocete per circa un quarto
d’ora, aggiungendo di tanto in tanto acqua calda (mai tutta assieme, solo
quando quella precedente si asciuga). Prima del termine aggiungete la metà
delle mandorle, tritate molto finemente, e un cucchiaio di Marsala. Fate evaporare l'alcool qualche altro secondo e poi spegnete, lasciando il riso al dente e ben morbido, cremoso. Così si sarà cotto
assorbendo tutto il sapore della verdura. Una prelibatezza, già di per sé!
Poi ungete bene degli stampini (i miei erano in legno, del
diametro di circa 15 cm e alti circa 6 cm), foderateli di melanzane, avendo cura
dell’aspetto estetico che assumeranno una volta rovesciati. Riempiteli per metà
con il riso di fave, schiacciandolo per fargli assumere bene la forma, poi
stendete uno strato di tuma (o se preferite va bene anche la ricotta fresca) in
parte grattugiata in parte a fettine, infine chiudete con altro riso di fave,
compattandolo, e rigirategli sopra le melanzane strabordanti, tappando il
centro con un’altra fetta. Più sigillato di così! Un vero e proprio scrigno di
gioie per il palato!
Una spolverata di pangrattato sul fondo e poi non vi resta
che rigirarlo sopra una teglia con bordo basso e ben unta d’olio evo. Lasciate
che lo scrigno scivoli naturalmente dal suo stampo, senza forzarlo, tenendolo
sollevato a pochi millimetri dalla teglia. La forza di gravità e l’azione
lubrificante dell’olio faranno il loro dovere! E la forma terrà anche durante
la cottura. Solamente, sarebbe meglio stabilizzare il tutto, preparando gli
scrigni almeno una mezz’ora prima di rovesciarli e cucinarli. Io li avevo già
pronti da qualche ora, li ho riposti in frigorifero nell’attesa e poi, a ora di
cena, li ho sformati, li ho unti ancora con un pochino di olio evo, rivestiti con
pochissimo pangrattato, con la rimanente metà delle mandorle tritate, con
qualche mandorla affettata e un filo d’olio finale.
Poi li ho cotti in forno
preriscaldato, a 200°, per venti 15/20 minuti più cinque di solo grill (attenti
alle mandorle, potrebbero abbrustolirsi troppo).
Serviteli caldi! Si sciolgono in bocca!
P.S. con queste dosi la porzione è da Re! Se volete ridurla
fate voi, usando degli stampi più piccoli dei miei. Io vi ho dato l’idea!
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Baci, Bimbapimba
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