A Palermo il più famoso cibo da strada è il “panino chi paneddi
e cazzilli”, oppure solo … “chi paneddi” (panelle, schiacciatine di farina di
ceci) o solo … “chi cazzilli” (altrimenti chiamate crocchè, ovvero ancora
crocchette di patate)! Dovrete decidervi in fretta quando vi avvicinerete
al panellaro ambulante (in genere lo trovate con una moto Ape attrezzata di
bombola, friggitrice e, raramente, un pozzetto frigorifero), perché se non rispondete subito, lui passa a un altro cliente.
L’imbarazzo sarà grande, perché sono
tre cose totalmente differenti, anche se all’apparenza non sembra. E credo che
ogni palermitano che si rispetti abbia la sua preferenza. Io, per esempio, non amo mischiare le panelle con i cazzilli, preferisco nettamente mangiare le
panelle col pane e i cazzilli a solo! Con le mani! È previsto, e il panellaro
se l’aspetta! Potete tranquillamente chiedere un ‘coppo’ di cazzilli e
deliziarvene subito, rimanendo inevitabilmente con tutte e dieci le dita unte d’olio!
È la prassi, non potete esimervi dall’assaggiare queste leccornie ammazza
fegato della nostra tradizione gastronomica povera, da strada.
Se però ancora non potete venire in città a trovarci, o se
siete già venuti e volete provare ancora una volta questo piacere del palato
(spero di si!), potete farvele in casa, non sono difficili, basta trovare le
patate giuste! Certo il tocco inconfondibilmente unico dell’ “ogghiu fitusu” (‘ossia
‘olio sporco’, eccessivamente usato, quasi esausto! … e io aggiungerei anche “chinu
i pruvulazzu”, letteralmente ‘pieno di polvere’) non potrete riprodurlo
(fortunatamente)! Quello lo trovate solamente dal nostro caro amico
panellaro!
I 'cazzilli' palermitani
Ingredienti per 40
cazzilli (o crocchè’ di patate)
1 kg di patate molto vecchie o comunque farinose, ovvero più
asciutte del normale (non novelle), sale, pepe nero, menta fresca (venti foglioline) e se sarà necessario (quindi se la patata è ancora troppo umida) due cucchiaini rasi di farina di riso finissima (e un poco di più, per
infarinarvi le mani durante la formazione dei ‘cazzilli’).
Procedimento
Lessate le patate, con la pelle, in acqua salata. Fatele
cuocere sino a che non si ammorbidiscano bene sino al cuore, ma non scuocetele.
Spellatele appena possibile, senza scottarvi le dita. Poi fatele raffreddare e
schiacciatele con lo schiacciapatate o con il passapomodoro. Più si asciugano,
meglio è. A questo punto comanda l’umidità del composto. Se la patata era
quella giusta, non sarà necessario aggiungere addensanti. Basta salare, pepare
e condire con le foglioline di menta tritate molto finemente. Impastate come se fosse pane,
sino ad ottenere una palla soda, anche se un po’ appiccicosa, ovviamente. Si
attaccherà alle dita, ogni tanto. È normale. Ma, ritornando alle patate, se non
siete stati bravi o fortunati nello sceglierle, il composto risulterà troppo
umido e le crocchette si sfalderebbero in cottura. Nel caso è opportuno
aiutarsi con un po’ di farina di riso finissima. Pochissima però, io ne ho
messo appena due cucchiaini, nemmeno si vedeva. Ovviamente potete aumentare
ancora la dose, ma non troppo. Ne risentirebbe il risultato finale. Perché la
crocchetta verrebbe ben soda, ma non sarebbe il vero ‘cazzillo’ palermitano,
che deve essere croccante fuori e morbidissimo dentro. Si deve sciogliere in
bocca, profumare di menta (o prezzemolo, ma quello non profuma tanto) e
pizzicare di sale e pepe nero. E poi, dulcis in fundo, deve essere rovente! Da
noi si dice ‘frii e mancia’ (friggi e mangia).
Passiamo quindi alla formazione del ‘cazzillo’: prelevate con
le mani unte d'olio oppure leggermente infarinate (sempre farina di riso finissima) una noce di
composto, lavoratelo sul palmo per formare una pallina e poi arrotolatela
scorrendola su e giù, per darle la forma tipicamente allungata del ‘cazzillo’.
Il velo invisibile di olio o di farina che passa dalle mani alla crocchetta sarà utile a
non farla attaccare alle sue compagne e, nel caso della farina, ad asciugarla ancora un pochino. Se
come me avrete limitato al minimo la quantità di farina aggiunta, questo trucco
non inficerà in alcun modo nel risultato e nel sapore del ‘cazzillo’.
Riponeteli in una teglia unta d'olio o spolverata con pochissima farina e friggeteli subito, oppure
conservateli in frigorifero, coperti dalla pellicola.
Per la frittura utilizzate olio di semi (io avevo quello di
girasole), la cui temperatura dovrebbe mantenersi sui 180°. Non avendo un
termometro, regolatevi mantenendo la fiamma non troppo alta e provando con una
crocchetta.
Dovrebbe fare tante bolle, tipo schiuma, che sul momento non ve la
faranno più scorgere alla vista, ricoprendola d’olio. Non deve diventare scura
però, ma deve innanzitutto imbiondire e poi dorarsi (come in foto), nel giro di
due minuti circa, non di più. Fate la prova con una prima crocchetta, prima di
cuocerle tutte, e comunque friggetene quattro alla volta in un pentolino
piccolo, ma profondo. Così da non usare troppo olio ed evitare che la
temperatura si abbassi troppo. Giratele con una forchetta per non farle
attaccare fra loro, ma con delicatezza. Uscitele con una schiumarola e
riponetele sopra un foglio di carta assorbente, prima di divorarle!
A Palermo, come vi accennavo, si mangiano 'anche' in mezzo al pane (oltre che nel 'coppo'), assieme alle
panelle (la prossima volta le faccio e le posto) o da sole! Tipico
‘Street food’ di antica e sempre eterna memoria! Una spruzzata di sale e di limone,
non stupitevene, le rende ancora più stuzzicanti. Provate per credere!
il mio panino 'addentato' con i cazzilli 'scafazzati'! perdonatemi la foto indecente, era per rendere l'idea! |
il panino (senza glutine) per i "cazzilli"...!!!
I ‘cazzilli’ siffatti sono senza glutine! Uguali per tutti, come piace a me! Circa il pane, se vogliamo che somigli in tutto e per tutto alle pagnotte al
sesamo che usano le friggitorie locali, allora noi sglutinati dobbiamo farcelo
in casa, magari con la ricetta di Olga Botta! (Vedete i "Panini al sesamo" dal
blog Uncuoredifarinasenzaglutine)
Io ieri ho fatto proprio così! Ve la riscrivo dunque,
mettendo anche le foto dei vari passaggi, che sono sempre utili.
Ingredienti per 8 panini al sesamo:
500 g di farine per pane Mix B Schaer, 400 g di
acqua tiepida, un cucchiaio di zucchero, un cucchiaino di sale, 15 g di lievito
di birra fresco, tre cucchiai di olio evo, due albumi.
Procedimento
Sciogliete il lievito nell’acqua e con lo zucchero, poi in
una ciotola capiente amalgamate la farina agli albumi e all’olio, unitevi l’acqua
con il lievito un poco alla volta, a metà unite il sale e poi il resto dell’acqua.
Impastate con le mani, sino ad ottenere un composto omogeneo, che si
appiccicherà alle dita, ma pazienza. A questo punto, con le mani infarinate, prelevatene
dei pugnetti (una decina al massimo), dategli la forma di palline e poneteli
sopra un foglio di carta da forno, infarinato con farina di mais finissima.
Lasciate molta distanza fra loro (io non l'ho calcolata bene, ad esempio, e si sono attaccati), perché raddoppieranno di volume, ma tenderanno
a schiacciarsi, quindi per non farli attaccare è meglio regolarsi bene prima.
Spennellateli con del latte e cospargeteli di semi di sesamo. Fateli lievitare
in forno spento con le lucine accese (anche una candelina accesa aiuta a far raggiungere i necessari 25/27 gradi), per un’oretta (la ricetta dice mezz’ora
ma allo scadere i miei non erano abbastanza gonfi). Poi accendete il forno a
220° e fatelo riscaldare bene (per mezz’ora circa). Infornateli sul ripiano più
basso, sulla refrattaria o sulla leccarda rovesciata, per venti minuti, poi
passateli al centro del forno per altri dieci minuti. Da questo momento, se si
colorano troppo, copriteli con un foglio di alluminio. Infine fateli
intiepidire e, se non li dovete consumare subito (che peccato), copriteli con
un panno pulito e con un coperchio a chiudere, per non farli asciugare troppo,
ma nemmeno ammollare con il loro stesso vapore. Io vi suggerisco di riscaldarli, eventualmente, al momento del consumo. tornano morbidissimi, come devono essere!
Secondo me sono molto buoni, il sapore è molto molto simile
all’originale, non belli gonfi come dovrebbero però, ma per oggi ci accontentiamo!
aggiornamento!!!
ci accontentavamo, ma non ci accontentiamo più!!!
li ho rifatti, e sono venuti spettacolarmente buoni, più buoni, morbidi, gonfi, alti e tondi, bellissimi! guardate le foto...
vi siete convinti? Se volete prepararli, QUA c'è la ricetta, basta cliccarci sopra!
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ci accontentavamo, ma non ci accontentiamo più!!!
li ho rifatti, e sono venuti spettacolarmente buoni, più buoni, morbidi, gonfi, alti e tondi, bellissimi! guardate le foto...
a prestissimo!!!
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