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Io sono Bimbapimba e ci vedo male ma ci sento bene. La gatta in primo piano là sopra è la mia sorellastra, stessi mamma e papà umani, ma altri genitori naturali. E si vede. Lei è brutta, io no. Ci sta lei in primo piano (e non io!) perché è la preferita della mia mamma umana (quell'antipatica!), che non mi sa fare neanche una foto dignitosa. E poi io nel suo blog di cucina la mia faccia non ce la voglio mettere! ...


Preferisco rimanere nell’ombra, che poi ci sono abituata poiché da quando sono nata sono quasi cieca e tutto quello che riesco a figurarmi sono solo ombre e niente più. Colpa di mamma! Ma qualcosa da dire ce l’ho, eccome! E allora mentre ‘lei’ (la mamma umana, l’innominabile arpia) cucina e non usa il computer, io detto al mio adorabile papà umano tutto quello che ho da dire su di 'lei' e sulla mia famiglia e lui scrive, di nascosto. 
E poi la cucina è mia, quindi anche questo spazio è mio e questo è il mio racconto.
Oltre a vederci poco e niente mi manca anche la voce, in realtà non miagolo ma emetto strani suoni un po’ rauchi. Colpa sua! E si, perché se la mia mamma umana si fosse sbrigata invece di perder tempo come fa sempre e fosse venuta a soccorrermi un po’ prima, io oggi avrei due occhi così e una voce da soprano che spaccherei tutti i cristalli di casa, altroché! E invece ‘lei’ (la mamma umana, l’innominabile brutta arpia) l’ho conosciuta che avevo già compiuto una settimana. Una settimana, vi rendete conto? Sette giorni, sette, da sola al freddo e senza mangiare, abbandonata fra la roba vecchia di una sporca e buia cantina di un antico e nobile palazzo, perché a quella povera della mia mammina-gatta chissà cosa le è successo e non è più potuta tornare a prendermi. Le avevano assicurato che ‘lei’ sarebbe venuta subito a salvarmi e mammina-gatta si è fidata! Vatti a fidare degli umani, io ora lo so, ma mammina-gatta allora non poteva saperlo! Solo il mio papà umano è buono, tutti gli altri meglio perderli che trovarli … sette giorni senza madre di alcun tipo ma, dico io, è normale che poi uno viene fuori incazzato!
Mammina-gatta le ha dato appuntamento e ‘lei’ se l’è dimenticato, ne sono certa, anche se ‘lei’ mente benissimo e vi racconterà che non appena ha saputo della mia esistenza si è precipitata a togliermi dalle grinfie di quel mostro di tata ricca e con le meches che prima mi ha tirato fuori da quel postaccio buio e poi voleva rimettermi su strada, dopo neanche tre giorni, perché a suo parere ero già diventata grande! Avevo una settimana di vita ed ero già grande… mah? Che gran donna quest'altro esemplare della razza umana!
Ma allora ‘lei’, che dice di volermi bene, 'lei', la mia mamma umana, mi chiedo perché ha mandato avanti quella strega di tata altolocata? Perché non si è fatta viva subito, ché la mia mammina-gatta ci contava tanto? No, no! anzi! Mi ha lasciato sballottare fra gli anelli e i ciondoli fasulli di quella vecchia megera puzzolente di sudore che preparava una pappa granulosa e fredda e che io sputacchiavo ovunque e che dopo qualche poppata si è stancata di me e ha decretato che ero già pronta per tornare fuori e mangiare da sola...
È sempre colpa sua, come vedete! della mia mamma umana!
E poi quando è venuta a prendermi… Ahhhh, non potete immaginare che freddo! Con quelle manacce gelide mi ha preso e mi ha fatto venire in un sol colpo il raffreddore. Poi ora dice che avevo già una brutta rino-tracheite e che i miei occhi erano ammalati da sempre e che per questo motivo la mia mammina-gatta mi aveva abbandonata! Non ci dovete credere, la colpa è sua, mammina non avrebbe mai fatto una cosa del genere. E infatti, siccome ‘lei’, l'umana, si è sentita responsabile, nonostante fossi ancora piccola piccola mi ha torturato con pomatine gialle e goccine e goccine e bendaggi e lavaggi e di tutto di più ha fatto ai miei poveri occhietti! Ma ormai era troppo tardi, per colpa sua il raffreddore mi ha reso cieca, ne sono certa. Non vi dico quando sono nate le mie prime pulci! E che volete che siano quattro pulcine, neanche il tempo di farmele conoscere mi ha dato e via con le bambagine imbevute di alcool su e giù, pelo e contropelo, che torturaaa... ancora ci penso e ho i brividi. Disse che non ero ancora pronta per un comodo antipulci e con questa scusa ogni mattina mi stressava con quella doccia gelida. A causa sua la mia infanzia è stato un vero incubo. Per fortuna che non viveva da sola e mi ha presentato al mio futuro papà umano, lui si che era meravigliosamente caldo e profumato. Quando sono arrivata a casa lui mi ha preso subito in braccio e io di colpo ho capito che la felicità esiste!
Da quel momento solo pappe calde, dolci, cremose e senza grumi, profumate di mammina gatta e papino gatto. Dice ‘lei’ che le ha preparate tutte di suo pugno (si spaccia per cuoca, ma secondo me fa tutto il mio papà umano di nascosto così che ‘lei’ possa dire di essere brava… non credetele, è bugiarda!). Era meglio quando il biberon lo teneva papà, però, allora si che mangiavo di gusto e tutto d’un fiato. 

io a circa due settimane di vita, beata fra le mani di papà
Data da ‘lei’, invece, anche quella squisita leccornia lattosa sembrava aromatizzata al cianuro e io la bevevo mooolto lentamente, piano, piano, un sorsino alla volta, più o meno ci stavo un’oretta e se considerate che doveva allattarmi come vuole Dio, immaginate pure quanto tempo le facevo perdere… tanto che fretta c’era! Si ostinava a darmi la pappa perché, così le sentii dire, mi sarei affezionata a tutti e due! Ma che cosa si era messa in testa questa pazza di mamma umana! Bevendo lentamente e a spizzichi e bocconi (solamente quando me la dava ‘lei’) la facevo innervosire di brutto e sotto, ma molto sotto i miei ancora invisibili baffetti già me la ridevo di gusto. 
Ancora non aveva visto niente! La mia vendetta era sul nascere, ci stavo lavorando su…
Io le idee le avevo già chiare sin da allora: volevo solo il mio papà! E per fortuna che sono nata qualche giorno prima del Mondiale di calcio, così papino stava tutto il giorno con me sulla poltrona e mi coccolava a più non posso e la pappa me la dava quasi sempre lui, tranne la mattina che non c’era e a casa ci rimaneva ‘lei’… Grazie a papà e alle sue partite ho imparato a giocare a pallina, da sola, sono la più brava tanto che ho deciso di creare un nuovo movimento politico e alle prossime elezioni mi candido perché secondo me tutti i mici devono avere le loro palline di alluminio Domopak, sono fondamentali per una sana crescita, e quindi il mio slogan sarà

“Stagnola libera e palline per tutti!!!”


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qua avevo sei mesi, ero nel pieno delle mie energie... sapeste quanti agguati le ho fatto allora!


Oggi sono una Bimbapimba grande di otto anni e sono una bellissima femminuccia, potrei gestire da sola questa casa senza l’aiuto di ‘lei’ che passa per la padrona, ma sono io in realtà il vero amore di papino e prima o poi riuscirò a cacciarle via tutte e due, ‘lei’ e quell’altra della foto grande, la sua figlia preferita ... Titta mi pare che la chiami, che nome stupido! Certo adesso sono due e la mia fatica è raddoppiata, ma sino a un paio d’anni fa tutte le mie attenzioni erano rivolte a ‘lei’ e a come farla fuori senza che papino lo capisse. 
Non è facile, considerando che ‘lei’ può parlare e sciorinare tutte le balle che vuole (specie quando sono soli in quella loro stanza e per questo io quando li becco faccio di tutto per distrarli: graffio le pareti, le porte (se sono chiuse) e il loro telaio (se sono aperte), i cassetti e le ante degli armadi, e semmai salgo sui mobili e faccio volare occhiali, orologi e smartphone, per prima cosa, e poi tutto quello che quando cade fa rumore… matri mia quanto mi piace ‘sto gioco!)... mentre io ho la sola arma della tenerezza, che devo usare con astuzia e nei momenti giusti. In particolare quando ‘lei’ non c’è. È in quel frangente che do tutta me stessa al mio dolce papino, e lui come ci casca! In fondo sempre un maschio è! Io lo so che lei ha capito tutto, anche perché lo va dicendo in giro ed è lì che si frega, perché nessuno le crede e tutti si convincono che io sono un’adorabile gatta innamorata!
Recentemente ‘lei’ si è ammalata, una cosa ad un occhio, niente di grave purtroppo. Dopo aver capito che non ne sarebbe morta, ho optato per la solita strategia approfittando della sua momentanea e parziale cecità. La mia soddisfazione in questo periodo è alle stelle perché, oltre a saperla infelice (così finalmente capisce cosa vuol dire non vederci bene!), farle gli attentati alle caviglie armata delle mie migliori unghie affilate e denti aguzzi che le infilzo con cura e senza scampo nella carne nuda è diventato molto più facile e divertente. Ancora la sto aspettando in cima alla scala, per quanto proprio in quel punto ‘lei’ sta più attenta e mi cerca con lo sguardo, ma prima o poi riuscirò a farla rotolare giù per tutti gli scalini! Diciassette, un bel numero no? … possono bastare. Questo è il mio obiettivo, ma io non ho particolare fretta e nel frattempo sentirla urlare di dolore e vederla mentre mi corre dietro sanguinante senza speranza alcuna di riuscire a prendermi è già abbastanza soddisfacente, ve lo assicuro! Provateci voi e poi mi saprete dire! Ah, che bella la vita da gatta falsamente domestica!
Purtroppo però come vi accennavo adesso ‘lei’ non è più sola, c’è l’altra gattaccia puzzolente ma puzzolente che da quando è entrata a casa mi ha fatto venir l’asma e cerco di prender aria fuori il più possibile. Finanche Rossa, mia cugina, l’europea tutta arancione che vive nel giardino accanto, quando l’ha fiutata si è gonfiata a riccio e se n’è andata dalla zia definitivamente e da allora non ha più messo zampa in casa nostra. Odia la puzza di Titta e la sua brutta faccia bianconera. Anche il mio amato papino odia tutto quello che è bianconero … forse ho preso da lui, non so... Ma Titta in ogni caso emana un forte odore di gatta di strada! Sono certa che se fosse cresciuta libera sarebbe finita in un bordello. Puzza di calore anche se è sterilizzata come tutte noi. Che sgualdrina, lasciarsi ciondolare le palline lardose che le scendono dalle natiche senza alcun pudore davanti a tutti i maschi di casa! Ma papino è mio e guai a lei! 
Anche Rossa non può proprio sopportarla e quando le riesce, non appena Geo e Metra (ahimè, gli altri nuovi arrivati di quel macello che è diventata casa mia!), non appena quei due si distraggono scavalca la rete di cinta e le viene a dare dei sonori schiaffoni per poi tornare di corsa nel suo giardino! Talmente di fretta che quella nemmeno se ne accorge! Giornate come questa hanno il sapore della vittoria, devo solo aspettare che anche i due sciocchi quadrupedi casinari si facciano da parte. Per fortuna posso contare sull’aiuto di mia cugina.
Rossa è nata da noi ancor prima che venissi io, anche se di poco, assieme ad altri tre musetti come lei. Il giardino allora era pieno di gatti, un paradiso di europei d’ogni colore. 


questa qua sopra, sulla sinistra, era Rossa da piccola con i suoi fratellini e la sua adorabile mamma Ziggy!
Quando sono arrivata io ero l’unica tricolorina dal petto bianchissimo come le zampette e mi hanno accolta subito come se facessi parte della loro splendida famiglia. Si stava bene allora, sino a quando non spuntò quel babbeo di Geo, dicono che sia mio fratello ma io non ci credo. Quello fa ancora più puzza di Titta e non mi somiglia per niente. Se ne doveva andare subito, o in cielo (pace all’anima sua, ma è guarito in men che non si dica dalla gastroenterite! Immaginate quanto sia duro!) o in terra, perché il patto era questo <tenetelo giusto il tempo della cura e se guarisce gli troviamo un altro stallo!> Si, si! si è visto! Ancora qua è ‘st’altro scimunito d’un cane! Io gliel’ho detto subito a papà, vedi che è un Pastore dello Zen, questa razza non mi piace, non è di classe come me che vengo dalla Via Libertà! Mio papà è perfetto ma ha fatto un solo errore nella vita, si è invaghito di Geo e lo ha tenuto con noi. Poi siccome piangeva tutto il giorno e la notte gli hanno fatto la compagnia ed è arrivata Metra. Così a piangere tutto il giorno adesso sono in due e tutti i miei cugini sono spariti nel nulla. Rimaniamo solo io e Rossa, che però ha optato per la vicina zietta perché da lei non arriva la puzza di Titta.
Dal giardino dove ogni volta Rossa esegue le sue spedizioni punitive si può entrare nella mia cucina. È qua che ogni pomeriggio mentre ‘lei’ si diverte a preparare la pappa buona per tutti, io detto a papà i miei appunti mentre le lasciamo credere che stiamo sistemando i suoi post culinari e il suo bell'elenco di ricette. Ogni tanto fra un cucchiaio e un tegame ‘lei’ racconta pure delle storie, in genere di pelosi come me che dice di aver conosciuto personalmente, ma io non ci credo. E chi l’avrebbe mai voluta come amica quest'arpia! Ma le storie che racconta devo dire che mi convincono, certamente le avrà sentite da qualcuno e adesso, così come fa con le sue ricette, le ha fatte proprie. Certune val la pena di raccontarvele, altre ve le risparmiamo!
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... levate subito questa foto, io non vi autorizzoooooo

se vi va di leggere, ho ancora qualche storia vera che mi piacerebbe raccontarvi ...



Anubi e Trottolino, una vera storia d'amore

Giggia, il mio spirito libero

Geo, detto Bogart, pastore dello Zen

la regina Gelsomina
un uomo e un cane



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