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giovedì 27 febbraio 2020

ricetta Focaccia di riso senza glutine (e senza nichel)

SENZA GLUTINE, SENZA NICHEL, SENZA FRUMENTO

Oggi vi propongo un'eccezione (per me): la Focaccia di riso senza glutine e senza nichel, in pratica una Focaccia fatta davvero con solo riso (farina, in parte, e amido di riso). Solo farine e amidi naturalmente privi di glutine: riso, e stop. L'ho preparata pensando a tanti di voi che oltre al glutine hanno anche altre intolleranze o allergie. Pur restando sempre favorevole all'uso delle miscele industriali per panificare senza glutine, spesso mi ritrovo a dover rispondere a richieste di aiuto di persone che purtroppo non devono solo togliere il glutine dalla loro dieta ma anche tantissimi altri ingredienti, fra cui il nichel, uno degli allergeni più temuti perchè si trova in moltissimi alimenti. Chi è allergico al nichel deve sapere quali sono le precauzioni da prendere per la propria salute (fra cui anche i materiali per la cottura e la preparazione del vostro cibo). Io, per principio, non parlo mai di argomenti che non mi competono soprattutto quando si tratta di problemi seri, come la vostra salute. Mi limito a darvi delle ricette, a darvele buone, collaudate e ben spiegate. Ecco il motivo della ricetta di oggi: la Focaccia di riso senza glutine e senza nichel, ottima se si deve eliminare praticamente quasi tutto dalla propria dieta. Così preparata la Focaccia di riso viene soffice, alveolatissima e molto gustosa. Ovviamente ho utilizzato anche degli addensanti e delle fibre indispensabili per ottenere questo risultato (si comprano in Farmacia, online o in alcuni negozi specializzati). Una, la farina di semi di guar, sembra che contenga un poco di nichel (non ne sono certa, non ho trovato una fonte ufficiale), ma l'ho lasciata perchè in giro ho visto che molte ricette nichel free la utilizzano (nel dubbio, eventualmente, sostituitela con metà peso di xantano). E mi scuso se per caso ho fatto qualche errore, sono pronta a correggerlo. La ricetta intanto ve la lascio, anche per chi per motivi diversi dal nichel vuol mangiare solo riso! Col tempo, ne faremo altre! 





INGREDIENTI

200 g amido di riso (oppure 150 g amido di riso e 50 g farina di riso, anche integrale, ma contiene più nichel)
5 g farina di semi di guar (unico ingrediente a rischio per gli intolleranti al nichel)
4 g E464 (idrossipropilmetilcellulosa)**
180 g acqua (da aumentare a 190 g se si sceglie di sostituire parte dell'amido con farina)
1 cucchiaino di miele
1 cucchiaino di sale (raso)
1+1/2 cucchiai olio EVO

*oppure una Biga fatta con: 1/2 g di lievito di birra fresco, 55 g farina di riso finissima, 45 g acqua, impastare bene e mettere al buio, coperto, a 20°C per 18-24 ore. In estate, col caldo, scegliere una stanza fresca e ridurre le ore in base alla temperatura (circa 12-15 ore con temperature superiori ai 25°C). Usarla tutta al posto del lievito madre.

** Addensante o fibra naturale normalmente utilizzato nella panificazione senza glutine, si può acquistare online in diversi siti o Farmacie, accertarsi che abbia la dicitura Senza Glutine. Volendo si può sostituire con 10 g (un cucchiaio) di Egg Replacer (sostituto d'uovo, in commercio io ho trovato il Mevalia della Schaer)




PROCEDIMENTO

lunedì 24 febbraio 2020

ricetta Pizza senza glutine in ciotola h 24 ... liberi di pizziare!!!

E' pizza senza glutine, ed è anche buonissima! E' pizza senza glutine in ciotola, ovvero preparata a mano senza impastatrice, eppure è un impasto così fluido che potrebbe far paura ai più esperti ed è delizioso! E' pizza senza glutine a lunga lievitazione, h 24 come si suol dire ora, e questo la inserisce a pieno fra la categoria delle Pizze tanto amate dagli italiani e dal resto del mondo... ma la nostra è Pizza senza glutine che qualche sedicente pizzaiolo ci critica perchè la prepariamo con le "farine per pane" mentre loro... no, loro noo! Loro usano la miscela per pizza! Oppure (ancora peggio perchè questi ultimi sono i più comuni) loro sono così bravi da farsi da sé le miscele! Si si, molti dicono così! Quando, se sapessero minimamente cosa significhi provare le infinite combinazioni di amidi e farine assieme ad addensanti, fibre, enzimi o additivi d'ogni tipo sarebbero a dirigere una fabbrica in giacca e cravatta e non a stendere una pizza alle otto di sera, trovando pure il tempo di farsi belli sui gruppi social dove sperano di acchiappare, forse, qualche nuovo cliente! Io di miscele ne provo di continuo e non sono l'unica, è ovvio, e sono certa di una cosa, che la pizza è buona quando la ricetta, la mano e il forno sono buoni! La miscela utilizzata è importante, ma basta con tutte queste centinaia di miscele concepite per ogni minimo uso e consumo! Se una miscela è buona con quella viene bene sia il pane che la pizza e tutti i lievitati in genere. Tutto il resto è trucco e belletto ... oppure è Torta Cameo! Ovvero qualcosa che di tuo non ha nulla, basta mettere quello e solo quello che indica la confezione altrimenti salta tutto per aria (metaforicamente parlando). 
A voi amici veri la ricetta, è in pratica la mia solita ricetta base (Pizza 3 g per intenderci) ma formulata per potersi organizzare in tempo e non avere stress, si impasta il giorno prima e poi ci si regola in base alle proprie esigenze! 





INGREDIENTI per due pizze

300 g miscela per pane senza glutine (130 g Fioreglut Caputo + 85 g Nutrifree/Auchan/Farmo Fibrepan + 85 g MixB Schaer)*
300 g acqua
1 g lievito di birra fresco
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di miele di acacia
1 cucchiaio olio EVO

*alternative: 200 g Nutrifree per pane + 100 g Fioreglut Caputo (o Revolution o Farmo Fibrepan o Royalfibre ma volendo anche altra Nutrifree) e sempre 300 g acqua (280 g se usate Revolution al posto di Caputo; 310 g se usate Farmo; 315 g se usate Royalfibre o altra Nutrifree). 
Oppure ancora se desiderate utilizzare una miscela di vostra preferenza, che già conoscete ed utilizzate per la pizza, fate pure. Il metodo è valido per tutte le miscele, ma in quest'ultimo caso ovviamente non saprei darvi la giusta idratazione. Fate voi ;) 

GUARDATE LA VIDEO RICETTA e tutto sarà più chiaro!


... ti presento i miei libri di cucina:

   

PROCEDIMENTO

domenica 23 febbraio 2020

ricetta Arista con Zucchine e Cipolle Borettane al Cumino

introduzione

INGREDIENTI per 4-5 porzioni

1 Arista da 1 kg circa
30 cipolline borettane
4 zucchine genovesi
Olio EVO q.b. 
Aromi per carne senza sale e senza glutammato (io auto prodotti, solo erbe aromatiche)
Brodo vegetale senza glutammato (ovviamente senza glutine)
Cumino in polvere (la punta di un cucchiaino o a piacere)

PROCEDIMENTO

venerdì 21 febbraio 2020

ricetta Spaghetti Carciofi e Pescespada

Facili e veloci, appartengono alla serie di ricette "10 minuti senza glutine" in fase di crescita! Certo, per un buon piatto di Spaghetti Carciofi e Pescespada devono essere freschi, ma in questo momento i Carciofi sono deliziosi e anche il Pescespada, persino se non sempre è pescato nel Mediterraneo (potete anche comprarlo congelato, sia chiaro, noi non lo diremo a nessuno!). Provatela e in 10 minuti avrete soddisfatto il vostro palato. E' una ricetta per lavoratori impegnatissimi ma esigenti in fatto di gusto, tenetevela stretta e seguitemi sul mio Canale YOUTUBE (ho messo il link un po' più avanti), oltre a questi Spaghetti Carciofi e Pescespada troverete altre ricette, la sezione Veloce e facile è appena nata ma si arricchirà! Ve lo prometto! 



INGREDIENTI per 1 porzione abbondante o 2 normali

1 carciofo con le spine
150 g di Pescespada fresco
1 spicchio d'aglio
10 mandorle pelate
aromi: poco prezzemolo fresco, finocchietto selvatico (o anche solo uno dei due)
olio EVO, sale, pepe nero


PROCEDIMENTO

mercoledì 19 febbraio 2020

ricetta Spaghetti Ceci e Tonno

In questi ultimi giorni (mesi) sono presa da molti impegni e non ho tempo per una cucina impegnativa (a parte le ricette che sto perfezionando per il mio imminente lavoro editoriale  e che spero di annunciarvi a breve). Ecco perché apprezzo maggiormente le ricette veloci, come questi Spaghetti Ceci e Tonno, e penso che in futuro dedicherò più attenzione a questo aspetto. Coniugare sapori, gusto, originalità e preziosi secondi della tua vita, non è affatto facile. Richiede, per me, grande concentrazione ma è proprio quella che ti manca quando sei stanca. Ho immaginato questi Spaghetti Ceci e Tonno in un raro momento di spensieratezza, intuendo che se voglio salvare il mio matrimonio (non lo sapete? mio marito mi ha sposata solo perchè sapevo cucinare, sia chiaro!) avrei dovuto trovare altri momenti come questo persino nelle pause caffè, fra una pagina, un messaggio e un'uscita per la spesa! Oggi andiamo di Ceci e Tonno, domani dunque, promesso, ne verranno altre e pian piano creeremo una vera sessione dedicata a chi non può avere più di DIECI MINUTI SENZA GLUTINE, ma li vuole avere con gusto!
con VIDEO RICETTA sul mio Canale YouTube




INGREDIENTI per 2 porzioni

1 lattina di ceci precotti (240 g peso sgocciolato)
1 lattina di Tonno sott'olio (104 g peso sgocciolato)
1 spicchio di aglio
aromi: basilico fresco, cumino in polvere, paprika
olio EVO, sale, pepe 
200 g spaghetti (io senza glutine)



PROCEDIMENTO

lunedì 10 febbraio 2020

ricetta Spaghetti senza glutine agli albumi

Gli Spaghetti senza glutine agli albumi, preparati in casa, rappresentano uno sfizio che ogni tanto bisogna pur passarsi! Perchè diversamente da quelli glutinosi, gli spaghetti senza glutine normalmente hanno una consistenza molto poco callosa e, a seconda delle marche, più e spesso meno resistente alla mantecatura in padella. La pasta all'uovo invece, anche senza glutine, viene molto più gustosa e corposa, simile (ma non uguale) a quella di frumento. Ecco perchè ho voluto provare a fare gli Spaghetti senza glutine con albumi (perchè con uova intere li ho già fatti), per vedere se somigliassero come consistenza alla pasta all'uovo pur non avendo il tuorlo che, in quanto emulsionante, ovviamente svolge un grande ruolo. Oggi dunque, fedele alla mia voglia di sperimentare, ho provato anche la miscela per pasta fresca senza glutine della Nutrifree (per la prima volta). Ricordavo benissimo le parole di Sonia La Rosa (La Cassata Celiaca), mia mentore e amica di farina (insieme ci divertiamo a spadellare sotto il falso nome de "Le Sgranate"), la quale una volta chiacchierando di pasta sostenne che gli spaghetti all'uovo non si fanno, o meglio non si dovrebbero fare... aveva ragione, pensai, ma in quel momento non le dissi subito "vedi che io l'ho fatti e mi sono pure piaciuti"... mi parse male e optai per un più discreto ed omertoso silenzio!!! Ma dentro di me pensai "che stupida sono! Non ho riflettuto a fondo perchè, in effetti... ma chi l'ha mai visti gli spaghetti di pasta fresca all'uovo!!!" Di tempo ne è passato da quel dì, ma il proposito di rifarli senza uova m'è rimasto in testa ed oggi finalmente mi son detta che era arrivato il momento! Testona però che non sono altro ho voluto comunque impastare con gli albumi, come già altre volte ma in minima parte avevo fatto, perchè gli albumi danno un po' di elasticità e per un formato come lo spaghetto solo l'acqua mi sembrava rischioso ... Ebbene ora vi dico come ho impastato ma vi esorto a provarli, sono molto buoni, gustosi e callosi e tengono perfettamente sia la cottura, sia la mantecatura, molto più di quelli comprati.
Se volete farli con le uova intere (vengono buonissimi, ve l'assicuro, anche se Sonia mi bacchetterebbe le mani! ma voi non diteglielo!!!), guardate questo link QUA
Se volete fare la pasta fresca con le farine naturali senza mix industriali, guardate QUA



INGREDIENTI

300 g di miscela per pasta fresca (io oggi Nutrifree, con 1 pizzico di sale, facoltativo)
3 albumi (a temperatura ambiente o leggermente scaldati)
acqua (tiepida, a 35°C) q.b. (circa 100 g) ... oppure ancora albumi 

PROCEDIMENTO

venerdì 7 febbraio 2020

articolo "FARINE NATURALI" o "MISCELE INDUSTRIALI" senza glutine

FARINE NATURALI O MISCELE INDUSTRIALI?

Scrivo una breve nota (riproponendomi di ampliarla al più presto) per chi mi segue e non conosce il motivo per cui a volte suggerisco l'uso di farine e amidi comunemente chiamati "naturali" perchè non contengono glutine in natura (ad esempio la farina di riso o l'amido di mais, di contro l'amido di frumento deglutinato non lo è perchè naturalmente nasce con glutine, essendone poi privato tramite appositi processi) e altre volte suggerisco invece l'uso di miscele di farine a amidi prodotti industrialmente. 
Come sempre, di fronte ad una scelta fra industria e natura, si scatena una guerra fra i sostenitori del naturale ad oltranza e chi se ne frega e, nel mezzo, tutti coloro i quali non sanno scegliere perchè semplicemente non sanno di cosa si parla. Lungi dal pretendere d'avere chissà quale lume di conoscenza in materia, tenterò solo di spiegare i miei motivi proprio a quest'ultima e più numerosa categoria di persone, in linea di massima costrette a togliere il glutine dalla propria dieta per problemi di salute (chi lo fa per scelta o moda non sempre può capire cosa significhi privazione del piacere della tavola, per cui ancor più spesso si schiera tra i "talebani" del naturalismo tout court). 
Partiamo quindi dal nostro nemico, il glutine. 
Il glutine rende gli impasti soffici, voluminosi, morbidi ed elastici grazie alla sua struttura che, combinandosi con l'acqua e il gas prodotto durante le varie fasi di lievitazione, sostiene le altre particelle dell'impasto (amidi, grassi e zuccheri in cui viene scomposta la farina dall'azione dei lieviti). Il glutine in cottura si consolida e mantiene la forma dei prodotti, inoltre trattenendo l'acqua  fa si che la mollica resti a lungo più idratata e gradevole al palato. Non è un segreto che questo potere miracoloso del glutine piaccia talmente tanto (a chi può permettersi di mangiarlo) che le farine di frumento, già provviste di questa potente proteina, ne vengano addizionate tramite miscelazioni con aggiunte non soltanto di altro glutine ma di enzimi e miglioratori chimici, malti e altre sostanze (tutte legali) che, se volatilizzano in cottura, non si devono neanche dichiarare in etichetta. Insomma, tutta una serie di ingredienti che hanno consentito negli ultimi anni di migliorare notevolmente le prestazioni delle farine di un tempo. Per fare i Panettoni "normali" oggi nel mercato esistono farine tecniche specifiche con W molto elevato, la gente le compra e riesce a fare lievitati grandi come la Cupola del Brunelleschi, senza chiedersi però come queste farine riescano a produrre volumi che i panettieri di un tempo si sarebbero sognati. E poco conta, anzi non conta affatto, se dentro queste farine ci siano tutti quegli ingredienti, fra cui una buona parte di glutine aggiunto o di grani modificati e selezionati nel tempo per arrivare a contenere enormi quantità di glutine. Nessuno se lo chiede e sono tutti convinti di mangiare farine sane, naturali, semplici. 
Immaginiamoci ora di togliere d'un tratto il glutine, quindi la struttura elastica tridimensionale che si forma durante la lievitazione e che consolidandosi mantiene la forma dei prodotti da forno: succede che col calore le bolle d'aria prodotte dal lievito aumentano comunque di volume (a causa dell'acqua presente nell'impasto), ma poiché non c'è quella struttura che si dilata assieme a loro (il glutine) sotto il peso degli amidi esplodono quasi subito e il pane anziché crescere in altezza si abbassa, appiattendosi. L'aria comunque riesce a farsi strada ma la maggior parte dell'acqua resta all'interno. L'amido nel frattempo col calore si cuoce, ma con tutta quell'acqua in più del normale rimane umido e pesante. Risultato: il pane, se così si può chiamare, non è affatto cresciuto di volume, è pesante, la sua mollica è quasi bagnata e con un'alveolatura microscopica (quella che pur in assenza totale di glutine si riesce a mantenere, come avviene ad esempio nei dolci). 
Per nostra fortuna però questa tragedia oggi possiamo anche evitarcela, se accettiamo i risultati che la scienza ci mette a disposizione: ovvero gli addensanti (indispensabili), le fibre (non indispensabili ma preziose), gli emulsionanti (utili, spesso utilissimi, ma alcuni da evitare nella dieta quotidiana, necessari solo raramente), gli enzimi (non indispensabili ma utili) ed altri componenti che già aiutano le farine con glutine e, se diversamente combinati, riescono in buona parte a sostituirsi ad esso. Certe volte in maniera talmente egregia da rendere difficile scorgere la differenza fra un pane senza glutine e uno con, se non fosse per l'inconfondibile sapore e profumo della farina di frumento. 
In Italia soprattutto sembra che l'industria del senza glutine abbia raggiunto altissimi livelli, incomparabili col resto del mondo. Sarà perché noi italiani - si sa - viviamo per mangiare o forse sarà pure complice il nostro sistema sanitario, sta di fatto che le miscele confezionate industrialmente proliferano e migliorano ogni giorno dal punto di vista prestazionale e organolettico. L'industria alimentare "normale" (convenzionale, ovvero con glutine) già conosce questi additivi perchè li utilizza nei preparati per merendine, caramelle, gelati, creme, budini e non per ultimo le famose "farine" di cui parlavo prima. Insomma sono decine di anni che tutti li mangiano ... e sono felici! Si capisce dunque perché, dopo la prima lunga fase di sperimentazione, il passo è stato automatico e enzimi, migliorativi, addensanti ed emulsionanti sono entrati ad honorem anche nei nuovi preparati gluten free, accettati da tutte le Organizzazioni per la tutela della salute alimentare, sempre se dosati nel rispetto delle direttive internazionali e nazionali in materia. Quali sono questi ingredienti o additivi di cui si parla, nel nostro settore? Vi elenco i principali, quelli riportati nelle confezioni più note.

Gomma di Xantano (E415, è un polisaccaride ottenuto tramite la fermentazione di glucosio o saccarosio da parte del batterio Xanthomonas campestris)
Farina di semi (o Gomma) di Guar (E412, polvere idrocolloide ricavata dalla macinazione dei semi della pianta erbacea leguminosa del Guar)
Gomma di Tara (E417, polvere idrocolloide ricavata dalla macinazione dei semi della cosiddetta Carruba peruviana o Caesalpinia spinosa)
Farina di semi di Carrube (E410, farina idrocolloide ottenuta dalla macinazione dei semi della Ceratonia siliqua, il Carrubo)
Idrossipropilmetilcellulosa (E464, polvere idrocolloide ricavata dalla cellulosa e inserita, poichè non digeribile nell'organismo, fra le fibre alimentari)
Farina di semi di Psyllium (mucillagine o lassativo naturale in polvere ricavato dalla macinazione dei semi della pianta erbacea del Plantago afra)
Inulina (fibra solubile in polvere ricavata dai tuberi del Topinambur, della Cicoria e della Scorzonera)
Fibre alimentari (voce generica, non sempre specificata in confezione)
Mono digliceridi degli acidi grassi (E471, emulsionante e stabilizzante ricavato dal glicerolo e da acidi grassi naturali, vegetali o talvolta anche animali, e acidi organici)
Esteri dei mono e diacetil tartarici dei mono digliceridi degli acidi grassi (E472e, emulsionante e stabilizzante, origine come sopra)
Lecitine (E322, emulsionanti, la più comune è quella di soia ricavata dai fagioli di soia)
Sono inoltre presenti anche alcuni fra questi altri additivi: 
Agenti lievitanti fra cui: Gluconedeltalattone (E575), Bicarbonato di sodio (E500) o di Ammonio (E503), Carbonato di Ammonio (E503), Sodio Acido Pirofosfato (E450), Cremore di Tartaro
Conservanti fra cui: Acido sorbico (E200), Sorbato di potassio (E202), Propionato di sodio (E281), Propionato di calcio (E282)
Correttori di acidità fra cui: Acido citrico (E330), Lattato di calcio (E327), Acetato di sodio (E262), Acido lattico (E270)
Aromi vari
altro... 


Ovviamente non sono tutti presenti nella miscele che compriamo, cambiano e cambiano moltissimo in base allo scopo per cui una miscela è studiata e soprattutto cambiano anche le loro proporzioni. La composizione di una miscela è segreta, la Legge garantisce il produttore quindi non obbliga a scrivere le reali quantità, limitandosi a chiedere l'ordine in cui sono presenti. Ecco perché anche se apparentemente due miscele sono simili, in quanto contengono gli stessi (o quasi) ingredienti, in realtà possono comportarsi in modo molto diverso e pertanto non sono affatto intercambiabili. Anche perchè persino gli additivi su elencati, pur se della stessa tipologia, si differenziano qualitativamente tra loro e la conseguente varietà dei costi, in termini economici, influenza e non poco le scelte dei produttori. 

Tornando alla questione principale e cioè la differenza fra le cosiddette "farine naturali" e le tanto vituperate "miscele industriali", appare ovvio che, a meno di non preferire un pane mattoncino o di rinunciare del tutto al buon pane leggero e fragrante, per ottenere il miglior risultato in un prodotto senza glutine bisogna comunque miscelare opportunamente farine e amidi (che alleggeriscono il prodotto perché trattengono meno acqua e sono facilmente digeribili dai lieviti) ad alcuni additivi di cui sopra. E questo è quello che fanno le industrie per noi. 
Studiare la propria miscela ideale fra le mura domestiche è possibile e sarebbe anche auspicabile, perché in tal modo una ricetta inventata a Palermo la si potrebbe riprodurre esattamente anche in Australia. Per far ciò però dovremmo avere a disposizione quasi tutti gli additivi (rinunciando ad alcune notevoli prerogative di enzimi, fibre ed emulsionati non facilmente reperibili e spesso a noi ignoti) e provare decine, centinaia di volte prima di riuscire ad elaborarla. Non nego che anche io, come tanti altri ricercatori fai-da-te, ci sto provando da anni con risultati non affatto paragonabili alle miscele industriali che invece migliorano alla velocità della luce. Nel frattempo però, per ottenere un eccellente prodotto da forno io ho scelto di usare le miscele industriali (talvolta tagliandole con farine "naturali" di mio gradimento) e far felice la mia famiglia.
Il discorso cambia se si parla di prodotti non lievitati biologicamente. 
Se si escludono infatti pane, pizza, focacce e grandi lievitati (e cioè tutti quei prodotti che per essere soffici e leggeri hanno bisogno di quell'alveolatura che solo il lievito biologico può dare, che sia esso di birra o lievito madre, in combinazione con il glutine o i suoi ormai noti sostituti), tutti gli altri prodotti a base di carboidrati si possono realizzare anche con miscele auto prodotte. 

Se volete vedere tutte le mie ricette con farine naturali e senza mix industriali cliccate QUA!

In linea di massima necessita solo una conoscenza di base dei principali addensanti, quasi sempre (quasi, ma non sempre) necessari per sostituire il ruolo che pur sempre svolge il glutine. Ad esempio: per la pasta fresca o la pasta frolla un po' di glutine serve a dare elasticità e quindi rendere possibile una loro estensione e lavorazione. In tal caso uno degli addensanti più comuni che lo sostituisce egregiamente è lo Xantano. Mentre per le torte o dolcetti di piccola dimensione il glutine spesso è solo un ostacolo o ha un ruolo davvero marginale, che può essere ignorato o compensato da lievi modifiche alla ricetta originaria: lo Xantano però, paradossalmente, potrebbe persino creare problemi mentre si può decidere se usare il Guar (altro addensante molto diffuso e facilmente reperibile) o di non metterne per nulla, di aggiungere un po' di albume, di provare con le fibre di Psillio ... Le strade insomma sono tante e non esiste una regola universale, dipende sempre dalla ricetta. Il pandispagna ad esempio non vuole alcun addensante, tant'è che anche in passato lo si faceva con farina debole (00) tagliata con fecola di patate, in natura priva di glutine. Per quanto, sia detto, anche la 00 contiene glutine e, seppur non stimolato meccanicamente (per cui non produce la famosa struttura tridimensionale), trattenendo comunque i liquidi da luogo ad un pandispagna più umido di quello fatto con sole farine naturali. Per questo motivo molte industrie del Senza Glutine hanno elaborato miscele specifiche anche per i dolci come questi, con una dose minima aggiunta di addensanti e (spesso, ma non sempre) con una maggiore presenza di farine rispetto agli amidi. Per chi non ha il tempo o la voglia di comprare, pesare e miscelarsi da se tutti gli ingredienti necessari, la soluzione industriale è quindi anche in questo caso d'aiuto.
Personalmente preferisco combinare la mie miscele scegliendo le farine e gli amidi (biologici se posso) e soprattutto optando, quando la ricetta lo consente, per una maggiore presenza di farine, anche integrali. Dolci con lievito chimico o senza alcun tipo di lievito, pasta e alcune altre pietanze a base di frolle salate, brisè e simili sono dunque perfettamente realizzabili senza l'uso di miscele industriali. Va detto però che anche in questi casi alcune particolari prestazioni sono possibili solo grazie agli additivi che l'industria alimentare aggiunge, noi a casa no. Ma non avendo le priorità della grande produzione nè della lunga conservazione certe esigenze, a dire il vero, si riducono notevolmente, lasciandoci liberi di scegliere senza rinunciare al gusto e ad una relativamente maggiore sicurezza circa ciò che mettiamo nel nostro piatto! 
Spero con queste due righe d'aver risposto a molte delle vostre domande e resto comunque a disposizione per chi avesse ancora qualche dubbio a riguardo. Pertanto, vi invito ad iscrivervi alla mia pagina Facebook e soprattutto, per quanto concerne questa discussione, sempre aperta, al mio gruppo Pizza, Pane & C. ricette senza glutine


mercoledì 5 febbraio 2020

Crepes senza glutine allo Zibibbo

L'altra sera, dopo avere preparato le Crespelle salate, ho concluso la cena con due Crepes senza glutine allo Zibibbo, il vino liquoroso tipico dell'isola di Pantelleria. La ricetta delle Crepes senza glutine infatti, furbescamente, io la eseguo senza aromatizzare la crespella in modo tale da poterla servire in entrambe in modi. Una ricetta versatile, che poi è quello che insegnavano un tempo i vecchi ricettari. Le Crepes senza glutine ma anche "con" infatti non dovrebbero avere un gusto spiccato, non dovrebbero contenere altri grassi fuorché le uova, ingrediente base assieme a farine deboli e acqua o latte. Così le faccio io, secondo la ricetta originale e poi le condisco come mi pare! 




INGREDIENTI a porzione

1 crepes preparata con questa ricetta QUA 
Moscato di Pantelleria q.b.
Uvetta sultanina (una dozzina di acini)
Zucchero semolato q.b.

PROCEDIMENTO